Piselli nell’orto: il trucco degli agricoltori esperti

Come puoi avere un orto e non pensare di coltivare alcune piante di pisello? I piselli sono tra gli ortaggi più apprezzati per il loro gusto intenso, ottimo sia in purezza che in abbinamento con altri prodotti della terra, come le patate, e per la consistenza pastosa e morbida. Scopri come coltivarli al meglio!

I piselli in botanica

Pisum sativum è il nome scientifico che viene utilizzato in botanica per indicare la specie di pianta che produce, come semi, i piselli che tutti conosciamo. La famiglia di appartenenza è quella delle Fabaceae, altresì detta famiglia delle Leguminosae. Si tratta di una pianta endemica dell’areale Mediterraneo che, quindi, qui è particolarmente semplice da coltivare.

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Il pisello è, in particolare, una specie vegetale erbacea a portamento eretto o rampicante, a seconda della varietà considerata. Partendo dalle radici, esso presenta una radice fittonante centrale, in grado di penetrare in profondità nel terreno, collegata al fusto aereo, spigoloso ed esile, di colore verde chiaro. Le foglie hanno lo stesso colore del fusto.

Esse presentano forma ovale e, generalmente, presentano, nella parte terminale i cosiddetti viticci, ovvero le appendici che consentono alla pianta di arrampicarsi e di sostenersi ai supporti presenti nelle vicinanze. I fiori hanno colorazione bianca o violacea e da questi si produce un baccello, frutto allungato, contenente i semi, ovvero i piselli.

La stagionalità dei piselli

La pianta del pisello è una specie annuale che, quindi, conclude il proprio ciclo vitale al massimo nell’arco dei dodici mesi che compongono l’annualità. In particolare, le piante del pisello possono avere ciclo autunnale-primaverile o primaverile-estivo, in base al clima dell’area geografica considerata. Partiamo con la descrizione dettagliata del ciclo vitale.

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Il primo step è rappresentato dalla semina, che dovrebbe essere effettuata nelle mezze stagioni. Le temperature troppo calde estive e troppo fredde invernali, infatti, potrebbero compromettere la nascita del germoglio. In condizioni ambientali adatte, quindi, segue prima la germinazione e poi la crescita vegetativa, con la crescita del fusto e lo sviluppo delle foglie.

La fioritura, fase seguente, di solito si manifesta circa due mesi a partire dalla semina. La fruttificazione, che conclude il ciclo vitale della pianta, avviene a partire dai fiori impollinati e permette l’ottenimento dei baccelli contenenti i piselli edibili la cui raccolta, generalmente, viene effettuata dopo due o tre mesi dalla semina.

Le esigenze della pianta del pisello

Come vale per tutte le altre piante, anche il pisello presenta delle esigenze in termini di temperatura, apporto idrico, illuminazione e di altri fattori climatici e ambientali, per potersi sviluppare al meglio. In particolare, trattandosi, come detto in precedenza, di una specie tipica del Mediterraneo, predilige climi temperati e freschi.

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Il pisello è in grado di resistere alle temperature invernali, fino a pochi gradi sotto lo zero ma risulta suscettibile in caso di gelate tardive in primavera, soprattutto se già presenti fiori sulla pianta. Nonostante ami la luce, riesce a svilupparsi anche in penombra, con una produzione che in genere risulta ridotta.

Il substrato di coltivazione ideale per la pianta è rappresentato da terreno sciolto, drenante e ricco di sostanza organica, con valori di pH che si attestano intorno alla neutralità. Al contrario, tende ad andare incontro a sofferenza se coltivato in suoli argillosi, soggetti a ristagno idrico, acidi e pesanti, in cui anche l’areazione è scarsa.

Come coltivare la pianta del pisello? Alcuni utili trucchi

Per poter ottenere una buona produzione, la pianta del pisello dovrebbe essere coltivate seguendo alcuni semplici trucchetti. Partiamo dal terreno: questo dovrebbe essere lavorato fino a circa 30 cm di profondità per permettere alla radice fittonante di penetrare al meglio. Prima della semina, dovrebbe essere aggiunto del compost arricchente, senza esagerare con l’azoto.

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Infatti, questo nutriente è prodotto naturalmente dalla pianta che, infatti, è chiamata azotofissatrice. I semi dovrebbero essere posti nel terreno a circa 10 cm di distanza l’uno dall’altro, in file distanziate di circa 50 cm, ad una profondità pari a qualche centimetro. Nel caso di varietà rampicanti, non dimenticare di inserire gli appositi supporti!

Reti, tutori, canne e paletti sono tra i più comuni. Per favorire la crescita del germoglio, prima, e della pianta, poi, dovresti mantenere il terreno umido, ma non inzuppato d’acqua, mediante regolari e abbondanti pratiche di irrigazione. Nel caso in cui sia necessario puoi rimuovere le piante infestanti manualmente e proteggere le radici tramite il rincalzo.

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